Regia di Lorenzo De Liberato
CON
Francesca Bellucci
Luisa Belviso
Tiziano Caputo
Matteo Cirillo
Ludovica Di Donato
Lorenzo Garufo
Alessio Esposito
COSTUMI
Ornella Centorame
Agostina Narduzzi
AIUTO REGIA
Cristiano Demurtas
Riflesso dell’atmosfera dei salotti borghesi dell’Inghilterra vittoriana, elegante e illusoria, arriva al teatro Sette una delle più divertenti commedie di Oscar Wilde, “Un marito ideale”, in cui l’autore inglese non contraddice il suo delizioso e impertinente sarcasmo.
Una coppia modello, i Chiltern, la morigerata e impeccabile Gertude e suo marito, Sir Robert, simbolo di onestà e dalla promettente carriera politica: un imprevisto porta lo scompiglio nella loro vita apparentemente perfetta.
Sir Robert viene ricattato dall’affascinante e senza scrupoli Signora Cheveley, in possesso di una lettera compromettente su alcuni atti disonesti commessi dall’uomo all’inizio della carriera, di cui neanche sua moglie è a conoscenza.
Questo dà il via a una serie di situazioni equivoche con cui Robert tenta di salvare la reputazione, aiutato dall’amico di sempre, Lord Arthur Goring, nullafacente dalla sincerità dissacrante e irresistibile.
Nella regia di De Liberato tutti gli attori sono sempre sul palco, scelta che conferisce fluidità ai cambi scena, che sono accompagnati da incantevoli cori polifonici eseguiti a cappella dagli stessi interpreti.
I costumi d’epoca, curati da Ornella Centorame e Agostina Narduzzi, lasciano spazio, nel finale, ad abiti neri, moderni ed essenziali: questa graduale evoluzione non turba ma incuriosisce lo spettatore, ormai completamente immerso nell’atmosfera, e sembra rappresentare lo scioglimento della vicenda, lo spogliarsi dagli artifici, il disvelamento della verità.
Il regista inserisce, inoltre, una certa modernità nel linguaggio e divertenti gag che alleggeriscono e al tempo stesso esaltano l’irriverente humor di Wilde. Gli interpreti risultano tutti perfettamente in linea con i loro personaggi, in particolare Tiziano Caputo, con il suo Sir Robert Chiltern, Luisa Belviso, elegante e spietata nella sua Laura Cheveley, e Matteo Cirillo, Arthur Goring, impeccabile nella sua interpretazione, capace di sostenere sempre il ritmo incalzante della commedia.
La giovane compagnia offre una versione assolutamente gradevole del testo, raffinata e misurata anche nelle scelte più eccentriche.