Recensione | I MEZZALIRA al teatro Cometa OFF fino al 27 febbraio

Ancora un successo per il duo Agnese Fallongo e Tiziano Caputo che, dopo i precedenti spettacoli Letizia va alla guerra  la suora, la sposa e la puttana e …Fino alle stelle! – scalata in musica lungo lo stivale, chiude la Trilogia degli Ultimi al Cometa OFF di Roma con I Mezzalira – panni sporchi fritti in casa, in scena fino al 27 febbraio.
Una coppia artistica che non fa che dare vita a spettacoli che lasciano il segno, che si ha voglia di consigliare e rivedere, grazie a una sintonia incredibile che emerge non solo in scena, nella vera e propria interazione attoriale, ma anche nel saper mixare in maniera perfettamente equilibrata il testo della Fallongo, che fa ridere fino alle lacrime per poi far emergere una profondità drammatica disarmante, con le musiche originali di Caputo, contrappunti sonori, canzoni e armonie – completamente a cappella – che accompagnano in modo funzionale i cambi scena, sottolineando l’atmosfera e il contesto popolare della pièce.

Raffaele Latagliata cura la regia dei tre attori in scena: insieme a Caputo e alla Fallongo, anche Adriano Evangelisti, “Petrusino”, figlio minore della famiglia Mezzalira e narratore che, adulto, ricostruisce il suo passato e le vicende, ma soprattutto i segreti più inconfessabili della sua famiglia.
Il titolo della pièce nasce da un gioco linguistico che fonde il detto popolare “i panni sporchi si lavano in casa” e il concetto della “frittura” come simbolo della contrapposizione tra servo e padrone, tra chi produce l’olio e chi lo possiede, tra chi può friggere tutti i giorni e chi non può farlo mai.
Il carattere popolare della rappresentazione, il linguaggio, che è dialettale ma non riconducibile a una precisa regione, sono elementi stilistici a cui la coppia ci ha abituato nel tempo, esaltano la poliedricità dei due attori, che impersonano diversi personaggi sul palco, all’interno di una scenografia semplice ma davvero d’effetto per la sua funzionalità.



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