In scena al Globe Theatre di Roma fino al 5 agosto, Otello, nella visione di Marco Carniti.
La celebre tragedia di Shakespeare, che esplora l’intimità di un dramma familiare così tragicamente attuale, spaventa per la semplicità con cui le parole possono completamente cancellare e plasmare l’identità di una persona, dando spazio a puro e incontrollato istinto.
Iago, a cui il generale Otello ha preferito il giovane Cassio come luogotenente, modella il suo piano di vendetta con cura meticolosa, calpestando l’onestà di chi lo circonda e giocando con le fragilità dell’essere umano, con il pericoloso confine tra la ragione e la follia animale.
Gianluigi Fogacci è uno Iago che non manca di ironia nella sua viscida crudeltà, è il burattinaio che manovra azioni e personaggi: la pièce si apre con una sorta di prologo in cui Iago appare come un direttore di scena intento a dare le ultime indicazioni agli attori prima di iniziare lo spettacolo.
Il ruolo di Otello è affidato a Maurizio Donadoni, imponente e tonante sulla scena, capace di passare con coerenza dalla dolcezza alla violenza più brutale, lasciandoci vivere insieme a lui tutto il suo tormento.
Al suo fianco c’è Desdemona, Maria Chiara Centorami, che nonostante la giovane età non ha nulla da invidiare ai suoi compagni sul palco: porta, anzi, un valore aggiunto di leggerezza e freschezza con una bellezza pari al suo talento.
Una menzione speciale merita Carlotta Proietti per la sua Emilia, moglie di Iago. Un personaggio mite, una moglie silenziosa ma presente, che esplode alla morte della pura Desdemona: la sua interpretazione è straziante e commovente.
Una regia, quella di Carniti, che soppesa con cura ogni aspetto scenico e interpretativo, con spunti interessanti che sottolineano la modernità del dramma, ma sempre nel rispetto della tragedia originale, senza trascendere in eccessi autocelebrativi.
Oltre ai meravigliosi costumi di Maria Filippi e le suggestive luci di Umile Vainieri, sono da segnalare le coinvolgenti musiche originali a cura di David Barittoni e Giacomo De Caterini.
La scenografia gioca un ruolo fondamentale nella messa in scena, con elementi che si muovono letteralmente insieme agli attori, non solo con funzione narrativa ma soprattutto emotiva.
Se nel primo atto dei grandi praticabili scorrono e ruotano continuamente sul palco, nel secondo una grande gabbia sta ad indicare il potere di Iago nei confronti delle sue vittime. Otello viene rinchiuso come un leone in gabbia, oppresso dal suo addestratore pronto ad aizzarlo contro la preda, Desdemona, che morirà sul suo letto nuziale, circondata, a sua volta, da sbarre di ferro.
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