Fino al 6 febbraio in scena al teatro Brancaccio di Roma Sette spose per sette fratelli, con la regia di Luciano Cannito e la direzione musicale di Beppe Vessicchio; in scena, nei panni di Milly e Adamo Pontipee, Diana Del Bufalo e Baz.
Uno spettacolo dal grande impatto visivo, ovviamente anche grazie a una dettagliatissima e ricca scenografia e ad una particolare cura dei costumi, ma giocano un ruolo primario le meravigliose coreografie di Cannito, indubbiamente il vero punto di forza dello spettacolo, con un cast di oltre venti bravissimi performer che regala momenti estremamente divertenti e coinvolgenti, tra cui la famosa scena della festa. Qui, per la prima volta, i sei fratelli di Adamo, letteralmente trasformati dal sapiente lavoro di sua moglie Milly da zotici montanari a bellissimi gentiluomini, incontrano per la prima volta le ragazze del paese.
Ha luogo una vera e propria lotta al corteggiamento tra i Pontipee e i giovani del luogo, per poter conquistare le sei ragazze, con deliziose e caotiche danze sulle musiche più famose dell’opera, prima tra tutte Bless Your Beautiful Hide.
Altro elemento di valore è dato certamente dalla musica dal vivo, con l’Orchestra Sesto Armonico diretta dal Maestro Marco Attura, che dà vita alle celebri musiche di Gene De Paul (le liriche sono tradotte in italiano da Michele Renzullo): particolarmente interessanti gli arrangiamenti di Wonderful, Wonderful Day e Sobbin’ Women – anche se dispiace poter ascoltare soltanto il tema di June Bride e non l’intera canzone.
Da un punto di vista registico si sceglie di accompagnare i lunghi – a volte troppo – cambi scena con le proiezioni di titoli che vogliono introdurre la scena seguente, escamotage dal richiamo cinematografico, ma che risulta leggermente ridondante.
La componente puramente recitativa appare a volte meno curata e lievemente frammentaria rispetto all’impianto coreografico e musicale, eccezion fatta per l’interpretazione del giovanissimo Leonardo Scafati, nel ruolo di Gedeone, e, indubbiamente, per la talentuosa Diana Del Bufalo, che si dimostra ancora una volta una vera artista a tutto tondo, padrona assoluta della scena.