Beethoven non è un cane di Paolo Migone con regia di Daniele Sala in scena il 07 dicembre al Teatro Dehon di Bologna è uno show da non lasciarsi fuggire come dice il comico di Zelig facendo con la mano l’atto di bloccare l’aria. Il tutto si svolge dietro un vecchio ed invecchiato sipario: ma cosa ci sarà mai di tanto importante in quella scena da poter trattenere la gente incollata alle poltroncine? Mistero subito svelato. Un deejay vestito con abiti settecenteschi con l’occhio spiritato e le cuffiette alle orecchie sta armeggiando curiosamente e maldestramente con vecchi vinili. Intorno a lui manufatti d’epoca fanno da contorno al suo lavoro. Migone indaffarato si tira su le maniche e con una vecchia pala scava tentando di riesumare la musica classica da anni morta e sepolta. Il comico livornese fa tutto questo perché è rimasto sconvolto da un gruppo di giovanissimi che non riconoscono Mozart nella musica pubblicitaria di un auto e da altri che con orrore sono convinti che Beethoven non sia un compositore ma un bonario cane san bernardo.
Migone con la sua aria stralunata a suo modo cerca di porre rimedio a questa sottocultura. Il comico, esaurita la simpatica, introduzione entra nelle sorgenti musicali che hanno preso vita dal 1400 al 1700 e si catapulta dentro le vite di alcuni grandi artisti: Johann Sebastian Bach, Antonio Vivaldi, Ludwig van Beethoven, Wolfgang Amadeus Mozart. E dopo aver raccontato a suo modo le loro vite e le loro vicissitudini, tutte naturalmente condite nella salsa dell’ironia, comprese le loro passioni, i loro drammi e le loro virtù. Stranamente tutti loro erano succubi delle mogli e vessati dalle suocere (come del resto il famoso comico propone da tempo nel suo repertorio). Beethoven non è un cane è uno spettacolo sull’arte musicale: un percorso ardito per avvicinare lo spettatore a questo mondo riservato solo a pochi. Lo showman vorrebbe che dopo il suo spettacolo, ogni ragazzo andasse su google e digitasse il nome di un grande e mitico compositore per conoscere tutte le sue opere e la sua vita, perché sono uomini che hanno dato tanto ma spesso sono dimenticati. Paolo Migone che è anche l’autore del testo, offre uno spettacolo di ottima fattura che affascina e stimola il pubblico con la sua frizzante ironia.