Il Sala Umberto di Roma ospita, fino al 1 dicembre, uno dei più amati romanzi di Stephen King, Misery, nella riscrittura di William Goldman, che lo rese il celebre film che portò all’Oscar Katy Bates.
Sul palco Filippo Dini, qui anche regista, e Arianna Scommegna, che danno vita all’inquietante vicenda di Paul Sheldon, scrittore caduto vittima di un incidente automobilistico in una sperduto paesino innevato, e dell’infermiera Annie Wilkes, la sua disturbata fan numero uno, che lo soccorre.
Le cure di Annie diventano presto una lunga e incessante tortura per lo scrittore americano, che si trova immobilizzato e inerme in una casa isolata dal mondo.
E’ proprio l’idea di una prigione quella che suscita la meravigliosa scenografia a cura di Laura Benzi, perfetto connubio con le luci di Pasquale Mari.
Ci troviamo a metà tra un senso di oppressione e distorsione, che fa pensare al film simbolo del cinema espressionista tedesco, Il gabinetto del dottor Caligari, e il più dettagliato realismo: una pedana girevole ci porta cinematograficamente all’interno di stanze e corridoi, immergendo lo spettatore nella cruda atmosfera e svelando ogni minimo particolare dell’arredamento.
Annie, fervente ammiratrice di Misery, il personaggio creato da Sheldon e protagonista dei suoi otto romanzi, scopre che la sua eroina muore nel capitolo finale della saga e, sentendosi tradita dal suo beniamino, inizia letteralmente a torturare Paul per costringerlo a scrivere un ennesimo romanzo che capovolga le sorti del personaggio, restituendolo alla vita.
Nella lunga pièce, i due attori – con delle piccole incursioni in scena di Carlo Orlando, lo sceriffo – costruiscono un’atmosfera sempre più disturbante e claustrofobica, segnata da un lato dall’impotenza della vittima, condannata all’immobilità, dall’altro dalla ferocia assolutamente alienata della carnefice: entrambi regalano un’interpretazione convincente e ricca di pathos, dove probabilmente, una maggior pulizia dalla inflessioni dialettali avrebbe portato un ulteriore valore aggiunto.
Nella sua follia Annie incarna per Paul il demone con cui si scontra ogni artista, il demone della creazione, che tutto offre chiedendo in cambio la vita.
Così, tra vessazione e sangue, Paul riuscirà a scrivere un romanzo geniale, che potrebbe segnare davvero la svolta della sua carriera.
Ma riuscirà mai a scappare da quell’incubo e a offrirlo ai suoi lettori?