IL TEATRO DI TATO RUSSO
NELLE FOTOGRAFIE DI TOMMASO LE PERA
Autore Tommaso Le Pera
Prefazione Giulio Baffi
Testi di Gianfranco Bartalotta, Uberto Bertacca, Mario
Ciervo, Carmine Di Biase, Tonino Di Ronza, Livio Galassi,
Aurelio Gatti, Antonio Ghirelli, Giusi Giustino, Patrizio
Marrone, Tato Russo, Claudio Vicentini
“Chi è Tato Russo? Eccolo nelle foto preziose di Tommaso Le Pera che sposò l’emozione dello spettatore fissandola per noi. Per consentirci di ricostruire oggi il percorso di vita e di lavoro di uno dei più singolari e complessi uomini di spettacolo che Napoli ha nutrito dalla metà del ’900.
Irrequieto, attento, curioso, polemico, eppure affettuoso in un modo tutto suo per chi ha saputo essergli amico, Tato Russo è protagonista questa volta di un racconto fatto di immagini, lungo come la sua vita d’attore. In scena ancora e con energia d’invenzioni, a prolungare il suo tempo di emozioni, parole, gesti, suoni. In un succedersi di titoli che sono ora il prezioso documento di un lavoro che non s’interrompe e lascia segni nella storia del teatro di questa città. Attore che ha coinvolto e sedotto i molti che ancora s’incrociano con la sua instancabile necessità d’inventare e rappresentare le sue storie complesse. […] Che ci rimane di una serata trascorsa a teatro? Un sorriso o un sussulto smarrito, se il fotografo non è giunto in tempo a fermare quel gesto, quel segno, quello sguardo, quel corpo che invecchia con noi, creando personaggi che il tempo accumula con scialo incosciente”.
(dalla Prefazione di Giulio Baffi)
“Tato Russo poeta, Tato Russo scrittore e commediografo, Tato Russo musicista, Tato Russo light designer, Tato Russo scenografo, Tato Russo costumista, Tato Russo regista, Tato Russo attore. Tato, sempre Tato, fortissimamente Tato. Artista a tutto tondo, completo e assoluto. Sempre in movimento alla ricerca del… non banale. Nessuno come lui nel panorama teatrale italiano ha mai rivestito con continuità e con la sua proverbiale autorevolezza e competenza tutti questi ruoli. Visionario raffinato, rivoluzionario e innovativo, anche nel cosiddetto teatro classico, sia in lingua che in napoletano, ha sempre cercato altre strade percorribili il più delle volte con risultati mirabili.
Esigentissimo sul lavoro, pretende sempre il massimo dai suoi attori e collaboratori, innescando alcune volte scontri furiosi che poi inevitabilmente si stemperano quando ci si rende conto che alla fine ha sempre ragione lui”.
(dall’Introduzione di Tommaso Le Pera)