Un piccolo classico della letteratura partenopea, Così parlò Bellavista, è in scena fino al 3 febbraio al teatro Quirino di Roma, in occasione del novantesimo compleanno del suo autore, Luciano De Crescenzo, celebrato dalla messa in scena di Geppy Glieijeses, che ne ha curato regia e adattamento teatrale.
Dopo circa quarant’anni dalla sua prima pubblicazione – del 1984 è invece la versione cinematografica, diretta e interpretata dallo stesso De Crescenzo -, Così parlò Bellavista mantiene senza dubbio il suo acume e la sua modernità, offrendo una rappresentazione della natura umana profonda e al tempo stesso ironica, attraverso un linguaggio semplice, diretto e genuino.
La trama principale ruota attorno a una famiglia napoletana, i Bellavista: il capofamiglia, professore in pensione, dispensa lezioni di filosofia ad alcuni più o meno strambi personaggi del palazzo, lezioni in cui viene segnata una netta linea di confine tra nord e sud, tra uomini di libertà e uomini d’amore, tra fratellanza ed egoismo, tra albero di Natale e presepe!
Le teorie di Bellavista sembrano trovare riscontro in Cazzaniga (Gianluca Ferrato), trasferitosi nel suo palazzo direttamente da Milano, che tutti guardano con diffidenza e pregiudizio.
Ma proprio quando Bellavista e Cazzaniga saranno costretti dalle vicissitudini a trascorrere del tempo a stretto contatto, l’evidenza dissolverà in un attimo ogni ipotetica disuguaglianza, lasciando spazio all’affetto e alla solidarietà.
Oltre alla trama principale, inoltre, vengono rappresentati alcuni episodi esilaranti, che simboleggiano particolari caratteristiche della napoletanità, dal gioco del Lotto, alla 500 tappezzata di giornali.
L’imponente scenografia di Roberto Crea ricostruisce perfettamente la facciata del palazzo di via Foria, con tanto di scale praticabili e dettagli finemente curati.
Oltre all’interpretazione di Gleijeses, uno strepitoso Bellavista, risulta sempre simpatica e frizzante l’interpretazione di Marisa Laurito, così come quella Benedetto Casillo, mentre un plauso speciale va ai due irresistibili caratteristi, Nunzia Schiano e Salvatore Misticone.