Ottima apertura per la seconda edizione del Premio inDivenire, dal 25 settembre al 14 ottobre allo Spazio Diamante, con la direzione artistica di Giampiero Cicciò.
Il primo spettacolo a dare il via alla manifestazione è Chiusi fuori, della compagnia MARiNTERNi, diretto da Sarah Sammartino e con Giacomo Buonafede, anche autore, Piergiorgio Maria Savarese e Alessandro Cicone.
Un progetto molto interessante che parte dallo studio di due testi in particolare, Nel bosco di bistorco e I sogni di palmi che indagano la torsione psicofisica subita dall’uomo all’interno della sua reclusione, nelle istituzioni totali. Quale forza spinge l’uomo a sopravvivere in un ambiente privo di stimoli come il carcere? Partendo dalla lettura dei sogni di alcuni detenuti e studiando il beneficio tratto dal metterli nero su bianco, nasce il testo di Giacomo Buonafede.
La pièce ha una struttura solida e ben articolata, che affronta una tematica così impegnativa con piacevole e intelligente leggerezza, lasciando, solo verso il finale, una traccia d’amarezza – la costruzione dell’intreccio ricorda il bellissimo film di Mihăileanu, Train de vie.
I due detenuti A ed F evadono dal carcere portando con loro la federa di un cuscino contenente i sogni trascritti da loro e da altri detenuti, sequestrati dalla polizia. L’obiettivo dei due, una volta fuori, è quello di rispedirli ai loro compagni, in un percorso fantastico e surreale, attraverso spiagge, boschi e alti dirupi.
Nella scena vuota i due attori, Savarese e Buonafede, interpretano personaggi molto diversi tra loro, uno più timido e timoroso e l’altro totalmente esuberante, che si confrontano in un crescendo di comicità ben sostenuta.
Supporto fondamentale quello di Alessandro Cicone, qui anche musicista e ottimo rumorista, che accompagna i due Didi e Gogo nel viaggio alla ricerca del loro Godot, l’uomo che li aiuterà a fuggire: Cicone riesce a sostenere con i suoi suoni tutto ciò che gli attori, privi di riferimenti concreti, mimano sul palco.
Questo elemento risulta particolarmente originale, oltre che caratterizzante di tutta la messa in scena, poiché ne mantiene sempre alto il ritmo, sottolineando la cura della regia e la professionalità dei giovani interpreti.