di W.Shakespeare
Regia di Loredana Scaramella
Traduzione e adattamento di Loredana Scaramella e Mauro Santopietro
Con (in ordine alfabetico)
Lara Balbo, Fausto Cabra, Cristiano Caccamo, Mimosa Campironi, Federigo Ceci, Jacopo Crovella, Diego Facciotti, Alessandro Federico, Daniele Griggio, Roberto Mantovani, Matteo Milani, Barbara Moselli, Ivan Olivieri, Loredana Piedimonte, Carlo Ragone, Mauro Santopietro, Federico Tolardo.
Musiche eseguite dal vivo da Michele Di Paolo, Luca Mereu, Antonio Pappadà
Maestro movimenti di scena: Alberto Bellandi
Costumi: Susanna Proietti
Musiche: Stefano Fresi
Assistente alla regia: Francesca Cioci e Ivan Olivieri
La potenza della parola. Parola che è in grado di unire, di fare giustizia, di esprimere sentimenti che si temeva di svelare. Ma che è anche capace di manipolare e spezzare i legami: la guerra finisce, si rinfodera la spada, e il rancore e la rabbia trovano sfogo nella parola che si fa arma e quasi uccide.
“Molto rumore per nulla” è una delle commedie più divertenti di Shakespeare, dove l’allegria gioiosa di un clima di festa si combina al dolore che le parole possono creare. E Loredana Scaramella, con la sua visione femminile, ne offre una versione assolutamente ricca e coinvolgente, dove la musica dal vivo, dalle melodie medievali alle irresistibili tarantelle, colorano lo scenario affascinante del Globe Theatre di Roma.
In un gioco di funi e lenzuoli polifunzionali, si sviluppano intrecci amorosi, stramberie e inganni fatali.
Due storie d’amore parallele: quella di Claudio ed Ero, che nella loro ingenua purezza si donano completamente l’uno all’altra, e quella di Beatrice e Benedetto, più saggia e intimorita dalla vulnerabilità che provoca il sentimento.
Beatrice, carismatica e verace, è sicuramente uno dei personaggi più interessanti: la regista e l’attrice Barbara Moselli accentuano il ritratto che ne fa Shakespeare per renderla ancor più sfacciatamente moderna. Beatrice e Benedetto sono sullo stesso piano: il femminile non si sottomette al maschile, ma entrambi celano il loro bisogno d’amore sotto la maschera della riluttanza e dell’amor proprio. E nel momento in cui il sentimento inizia a emergere, il viso e la voce della donna si colorano degli stessi toni carnali che sorprendono l’uomo: la passione ammansisce l’orgoglio. E l’amore ha sempre la meglio, rendendo anche loro, dapprima taglienti e sarcastici, dei bambini che non hanno occhi che per il proprio amato.
Il testo, tradotto dalla stessa Scaramella e da Mauro Santopietro, ha permesso di creare dei giochi di parole che si sarebbero persi nella traduzione letterale: così nascono i quadri assolutamente comici di Corniolo e Sorba, le due guardie sguaiate e ignoranti che permetteranno lo svelamento dell’inganno e il meritato lieto fine. Le loro entrate sono sempre annunciate da un motivetto ricorrente, canticchiato da Corniolo: una sorta di marcia che esaspera la goffaggine dei personaggi dalla comicità farsesca. Grazie all’eclettismo di Carlo Ragone, Corniolo, e al ritmo quasi musicale e coreografico della regia, questi risultano i momenti più apprezzati dal pubblico, poiché, con il loro tono surreale e macchiettistico, creano un divertente stacco dalla vicenda principale.
Oltre che nel pubblico, entusiasta e partecipe, anche tra gli attori il divertimento è palpabile: professionisti di alto livello legati da un visibile affiatamento che li porta, dopo un piccolo e innocuo imprevisto, a trattenere a fatica una risata, che viene subito sfruttata magistralmente per creare un nuovo spunto comico.
Lo spettacolo, in scena fino al 30 agosto, è piacere puro e vivace, in cui il pubblico viene coinvolto dall’inizio alla fine.